Coronavirus e traumi psicologici

Comodamente da casa o da dove preferisci tu

Descrizione

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Coronavirus e traumi psicologici

L’emergenza Covid ha completamente rivoluzionato la nostra quotidianità.
Un evento del tutto inaspettato, che ha innescato una forte destabilizzazione a livello sociale e individuale, un crollo delle certezze e una condizione di stress psicologico costante.

La paura che niente possa tornare come prima

Ognuno di noi ha sperimentato in prima persona l’angoscia che nulla possa tornare più come prima, il timore di perdere il proprio lavoro e quindi l’indipendenza economica, la paura di ammalarsi o perdere familiari e amici colpiti dal virus.
Ogni lockdown ci ha sottratto tempo, fiducia e ed energie psichiche, causando inevitabilmente stati d’ansia, anche in soggetti che non ne avevano mai sofferto.

L’ossessione da contagio

Un esempio classico è l’ossessione da contagio: nei mesi di isolamento ci siamo relegati in casa, senza la possibilità di contatto esterno, bombardati dalle comunicazioni dei mass media a ogni ora del giorno.
Un tipo di informazione caotica e discordante, di cui tutti ci ricorderemo in eterno il leit movit: lavatevi le mani in modo corretto, utilizzate i gel appositi, indossate correttamente la mascherina, evitate contatti con gli altri e non uscite di casa se non strettamente necessario.

La paura degli altri e del mondo

Alcuni soggetti hanno iniziato così a percepire “gli altri” come fonte di pericolo, ad avvertire la propria casa come unico luogo sicuro e protetto, ma soprattutto hanno sviluppato comportamenti disfunzionali:
-lavarsi ripetutamente le mani ogni volta che si tocca qualcosa, tanto da provocare ferite e arrossamenti

-evitare qualsiasi contatto con oggetti o persone,
-fare uso eccessivo di gel per la sanificazione e altri prodotti per la pulizia della casa e dei vestiti. Atteggiamenti di controllo e di evitamento che in casi estremi ha provocato un vero e proprio blocco nella routine quotidiana della persona, che rinuncia ad esperienze e incontri sociali per paura di infettarsi.

Collegato a questo disturbo è indubbiamente l’ansia da tampone:
Provare forte disagio e paura incontrollata al momento di effettuare l’esame e vivere l’attesa dell’esito come la sentenza di una condanna senza appello.

La sindrome da isolamento

Altro effetto collaterale evidente di questa pandemia è la sindrome da isolamento.
Conosciuta anche come sindrome della capanna, consiste nella paura di uscire di casa, luogo dove ci sentiamo al riparo dal contagio.
Abbiamo imparato a lavorare in smartworking, a seguire lezioni di scuola e università online, abbiamo persino trasformato il nostro salotto in una mini palestra per seguire corsi di pilates on demand.
Ma quando abbiamo avuto il via libera a tornare ad una vita “normale” molti di noi si sono sentiti bloccati, hanno posticipato questo evento da tanto desiderato o addirittura hanno sperimentato vere e proprie sensazioni di rifiuto.

Le cause e le conseguenze della sindrome da isolamento

Il terrore verso il mondo, uno scenario inevitabilmente cambiato, dove abbiamo paura di non trovarci più a nostro agio; la paura di uscire, ammalarsi e contagiare i propri cari.
Depressione, disturbi del sonno e irascibilità hanno preso il sopravvento nello stato d’animo di queste persone.

Il lutto da Covid

Milioni di famiglie in tutto il mondo hanno dovuto affrontare la perdita dei propri cari causata da Covid 19.
La perdita di una persona necessita di un processo di adattamento e di elaborazione di quanto accaduto, con la conseguente ristrutturazione della propria sfera individuale e sociale.

In fase di pandemia, varie fasi di questo percorso sono state ridimensionate o addirittura negate a causa di vari fattori:

-L’impossibilità di prendersi cura della persona cara durante la malattia e salutarla per l’ultima volta -Il divieto di celebrare funerali e riti religiosi, quindi la perdita di un momento di condivisione del dolore
-Non poter esprimere i propri sentimenti attraverso il contatto fisico, vietato in qualsiasi forma e possibile causa di contagio.

La diffusione h24 di notizie relative ai decessi ha ulteriormente peggiorato il vortice di pensieri ed emozioni, che non hanno trovato sbocco in altre attività della vita quotidiana che proprio a causa del virus, era temporaneamente congelata.

Disturbo post traumatico da stress

I pazienti Covid che hanno superato la malattia, ma hanno dovuto combattere con sintomi invalidanti e potenzialmente mortali sono i più soggetti a sviluppare un disturbo post traumatico. Persone che hanno vissuto per un lungo periodo in terapia intensiva, attaccati a un macchinario per respirare, isolati dal resto del mondo e in bilico tra la vita e la morte.
In questi soggetti, in fase di post guarigione, è facile la comparsa di attacchi di ansia, di panico e di un prolungato stato di sofferenza.

In questi casi è fondamentale chiedere aiuto a degli specialisti, per riuscire ad accettare il proprio malessere, provando a condividere il proprio vissuto con chi ha sperimentato un’esperienza simile. Di vitale importanza è la ripresa di regolari ritmi di vita, una sana routine con adeguati orari per l’alimentazione, l’attività fisica, il sonno.

Sindrome da Long Covid

Per Long Covid si intende una condizione di malessere fisico, fisiologico e psicologico, causata da alcuni effetti della malattia che permangono anche dopo la guarigione.
Lo stato psicologico del soggetto è strettamente collegato alla presenza di sintomi fisici che attivano un campanello di allarme, come il dolore, la stanchezza cronica, la facilità di affaticamento, la mancanza d’aria o “fiato corto”.
Di conseguenza, l’individuo sviluppa disturbi come ansia, insonnia, problemi di memoria e calo dell’attenzione, scarsa concentrazione in ambito lavorativo o di studio, fragilità emotiva.

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Giada Desideri
Psicologa – Psicoterapeuta

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